MA I MANKESIN, SONO FUORI DI TESTA? - Alla (ri)scoperta del Rock “maledetto”.

“Sono fuori di testa, ma diverso da loro...” è il ritornello che risuona nelle teste degli italiani da qualche mese a questa parte, da quando, cioè, la canzone in questione ha vinto il Festival di Sanremo. Da quel momento, sebbene probabilmente siano presenti diverse sottocategorie, possiamo considerare il pubblico suddiviso in tre correnti:

a) il puritano della melodia italiana: colui che arrivato al “sono fuo...” sta già apertamente insultando Damiano&Co. con le peggio parole, rivendicando il diritto di ritornare ai bei Sanremo di un tempo, nei quali venivano eliminati capolavori quali “Ciao amore, ciao” per far spazio a brani ben più edificanti tipo “Io, tu e le rose” (Orietta, nulla di personale....se sei connessa sappi che ti stimo infinitamente).

Questo tipo di esperto musicale, sotto sotto, avrebbe voluto la vittoria di un'altra canzone, talmente italiana che analizzandola a fondo presentava la parte armonica in stile balcanico, la ritmica africana e la voce tutto fuorché melodica (mentre per dargli quel tocco di “casa nostra”, sul palco due ballerini si esibivano disinvoltamente in una Polka);

b) il puritano del rock: colui che, memore del rock degli anni ruggenti, vede la questione come uno sgarro nei confronti dei propri idoli di gioventù, ma che in fondo, con il suo atteggiamento rigoroso, potrebbe aver contribuito al declino di un certo tipo di sound, giudicandolo “irripetibile” (ragass, sono tre accordi e due pentatoniche...suvvia), e declassando i poveri malcapitati a quattro posers senza ritegno;

c) il fan della band: colui (o più probabilmente colei) che dai tempi dell'ingresso dei quattro baldi giovani in un noto talent show, più che del sound e della loro musica, è innamorato/a del loro stile “maledetto e prorompente”.

A questo punto, se stai ancora leggendo potrebbe sorgerti spontanea una domanda:

Diego, ma tu da che parte stai?

La risposta è “tendenzialmente, super partes”, e l'analisi che voglio porre di seguito cerca di vedere il tutto in maniera distaccata, andando alla ricerca di ciò che di buono può portare il ritorno sul mainstream di una band di questo tipo.

Innanzitutto, è la prima volta che il Rock vince a Sanremo; diversi rockers italiani hanno affermato che è un cambiamento epocale, ed io non posso che allinearmi a questo pensiero. Inoltre, da musicista, insegnante di musica e amante del Rock, ti posso dire che il ritorno alla ribalta di questo sound “old fashion” potrebbe reinteressare ed avvicinare molti giovani allo studio di uno strumento, proprio nel momento in cui la trap e le “macchinette per la voce” sembravano aver sbaragliato la concorrenza, in barba al sacrificio ed alla dedizione. Ma non è tutto; in questa fase di cambiamento dobbiamo essere noi adulti a seguire i più giovani, partendo dal sound dei giorni nostri per guidarli verso la conoscenza di ciò che c'era in passato con fare propositivo, ad esempio con frasi tipo: “ti piacciono i Maneksin...? Sono bravi, ora prova ad ascoltare anche questo... quasi sicuramente lo ascoltano anche loro...”

Per concludere, che tu sia un fan dei Mankeskin, che tu sia un insegnante di musica, oppure un genitore le cui conoscenze musicali si limitano allo studio del flauto alle scuole medie (ma citi la Marcia Trionfale dell'Aida perché l'hai sentita al derby Parma-Reggiana del 1994), provo a suggerirti di seguto qualche ascolto di Rock “maledetto”: Rolling Stones, Jimi Hendrix Experience, Cream, The Who, The Doors, Santana, Janis Joplin, Joe Cocker, Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, Jethro Tull (gli ultimi quattro vengono in un'epoca leggermente successiva rispetto ai primi, ma per onore di causa ho dovuto metterli).

Se sarai attento, sentirai che il sound è più o meno lo stesso, logicamente rapportando la tecnologia di registrazione e produzione musicale che abbiamo oggi, rispetto a quella di cinquant'anni fa.

BUON ASCOLTO! :)


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